“Sul Porno – corpi e scenari della pornografia” (Villaggio Maori, 2021) è un saggio che si sviluppa attorno al dubbio: quanto conosco la pornografia? Cosa so di essa? Cos’è il porno mainstream e perché molte persone lo criticano aspramente, vedendo in esso il male? Che posizione prende il femminismo rispetto al porno e perché? Perché un certo porno va bene e un altro no? Va bene per chi?
Ho cercato di indagare le ragioni e ho proposto alcune riflessioni, senza trovare risposte esaustive, definitive. Durante la stesura del saggio mi sono resa conto che moltissime persone, me inclusa, si approcciava al porno in generale e a quello di massa in particolare senza una vera cognizione di causa. Non basta avere scrollato l’home di qualche tube per adulti o avere visto distrattamente dei filmati porno online per poterlo definire e disquisire su di esso.
Ciò che mi pare chiaro, questo sì, è che l’approccio al porno sia sempre di natura morale, difficilmente un’analisi del prodotto scevra da giudizi di tale tipo.
L’assunto per il quale le persone fanno davvero sesso e quello che vediamo «è vero» è fallace. Ma cosa significa «verità» innanzitutto?
(“Sul porno – corpi e scenari della pornografia”, Claudia Ska (Villaggio Maori, 2021)
Il porno è osceno e l’oscenità ci consente di guardare dentro di noi, le nostre pulsioni più recondite e misteriose, non ci racconta qualcosa che ha unicamente a che fare coi nostri desideri sessuali, ma su di noi come esseri umani.
Respingere l’oscenità per me significa tentare, invano, di fuggire da sé.
“Sul porno” può essere tuo!
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