[Guest Post] Chiamami col mio pronome, Blessedthing

agit-porn

Chiamami col mio pronome

Cos’è un pronome?

Parte variabile del discorso che ha la funzione di sostituire il nome, indicando, senza nominarli, esseri e cose, dicendone la quantità e la qualità, e a volte i rapporti spaziali e, a seconda delle lingue, il genere, il numero e il caso; il pronome ha quindi non solo funzione di richiamare o anticipare una nozione già espressa o che verrà espressa dopo (per es.: la casa che ho comprato; questa è la mia casa), ma anche quella di richiamare il contenuto di intere frasi (lo sapevo che sareste arrivati), e di designare nozioni, persone o cose, non espressamente indicate.

Treccani

Che cosa vuol dire “pronome preferito”?

Il pronome preferito è quel pronome con il quale la persona con cui si interloquisce preferisce, appunto, essere chiamata. Utilizzare attivamente il pronome preferito di una persona vuol dire rispettare la sua autodeterminazione e accettare la validità della sua identità (e dico accettare, perché anche in caso contrario la sua identità rimane valida.)

Imparare a non presumere o assegnare il genere a vista

Fin dalle prime fasi di crescita, siamo stati abituat* ad assegnare caratteristiche a cose e persone a vista, a classificarle e inserirle in macro categorie. Per quanto far questo con gli oggetti non ponga alcun problema, farlo con le persone, decisamente, sì. Disabituarsi a categorizzare a vista, ponendo poi nelle scatole binarie maschio/femmina, vi eviterà numerosi faux pas: la performance di genere non è l’identità di genere, a volte coincidono, a volte no.
Usare il pronome sbagliato è un comportamento oppressivo che può ledere la persona con cui state comunicando.
Inoltre, secondo vari studi (tra cui quello della PNAS del 2019), l’utilizzo di pronomi neutri e di un linguaggio inclusivo aiuta a diminuire pregiudizi e atteggiamenti discriminatori nei confronti delle donne e delle persone non binarie.
Abituarsi a usare pronomi o formule neutre aiuta sia a parlare inclusivamente quando ci si riferisce a gruppi di persone, senza presumerne il genere, ma soprattutto a essere più fluenti quando ci si rivolge a persone che preferiscono pronomi neutri.

Etichetta: parlare in maniera inclusiva

In un ambiente informale, sapreste indicare che studi ha fatto qualcun* che incontrate per la prima volta?
La stessa cosa è applicabile col genere: qualsiasi sia la loro apparenza, essa non ne è necessariamente indicatore.
Se siete insicur* su quale pronome una persona usi, ascoltate come le persone che la conoscono si riferiscono lei. Se bisogna chiedere quale pronome tale persona usi, bisogna sempre farlo con gentilezza e preferibilmente indicando i propri. Per esempio: «Mi chiamo Cris e uso pronomi femminili, e tu?».
Può capitare di sbagliare pronome, l’importante è non andare in panico, scusarsi, correggersi e andare avanti. Accampare scuse e giustificarsi è solo molto imbarazzante.

Non tutti i contesti sono sicuri, non tutti sono out.

Se vi trovate in contesti che non conoscete, fate molta attenzione ai pronomi che una persona usa per parlare di sé e cercate di usare un linguaggio neutro finché non ne siete cert*: anche se sapete che generalmente quella persona usa un diverso pronome preferito, non tutte le persone sono out e la società ha ancora molta strada da fare a riguardo: state ben attent* a non fare outing a qualcun*, seppure involontariamente.
Inoltre è sempre meglio fare attenzione in ogni caso: non sempre i pronomi preferiti di una persona rimangono gli stessi, per sempre.
Un altro consiglio è sicuramente quello di rivolgersi a persone sconosciute identificandole non per genere, ma magari per quello che indossano: “la persona con la gonna nera” al posto di “il ragazzo/la ragazza nell’angolo”.

La lingua italiana e il linguaggio inclusivo

All’interno della lingua italiana non esiste un pronome personale neutro. Storicamente possiamo trovare l’utilizzo di “egli” come pronome neutro e come soggetto anticipato, tuttavia – esattamente come l’utilizzo di pronomi maschili per indicare gruppi di persone –  è evidente quanto poco sia inclusivo.
Negli anni alcuni gruppi di persone, ricalcando in parte il “they” singolare inglese, hanno scelto di utilizzare “loro” come pronome neutro per riferirsi a una persona di cui non si conosce il genere o il pronome personale preferito, o che utilizzano il neutro come tale.
Tendenza comunque già presente nell’italiano quando ci si riferisce a un soggetto (o a soggetti) terzi di cui non conosciamo genere e numero (Es. “ci avranno già pensato”)
Per quanto riguarda invece altri pronomi, sempre trattando di linguaggio inclusivo, la tendenza odierna nella lingua parlata è l’utilizzo della -u finale (tuttu, questu) e del troncamento della finale.
In alcuni casi sporadici troviamo anche l’uso della scevà (dal tedesco Schwa, a sua volta dall’ebraico shĕwā, il cui suono è quello della “a” in “about”).
Nella lingua scritta, oltre all’uso della -u, troviamo l’asterisco o la chiocciola come finale (tutt*, tutt@).
Usare termini composti come “lui o lei”, “signori e signore” non basta, perché continua a far riferimento solo ai generi binari, per questo motivo è preferibile avvalersi dell’utilizzo di sostantivi epiceni (ovvero privi di connotazioni di genere nella lingua comune) come ad esempio “le persone”, parole con le quali si andrà poi a seguire le concordanze solite della lingua italiana.

Non trinceriamoci dietro a una presunta “purezza” della lingua: non parliamo l’italiano dantesco e la nostra lingua, in particolar modo, è una lingua che è stata creata a tavolino. È quindi possibile modificarla secondo le esigenze del tempo e delle necessità di inclusione delle persone che, al momento, non hanno rappresentanza.

L’inclusività e la lingua inglese

Per quanto riguarda la lingua inglese, oltre all’uso di neo pronomi neutri, come prima accennato, viene utilizzato il “they” – generalmente un pronome plurale neutro – come pronome singolare neutro, seguendo comunque una tendenza già radicata in quanto le persone che parlano inglese sono solite utilizzarlo per riferirsi a qualcun* di cui non conoscono il genere, seppure in determinati contesti, ed è stato anche aggiunto al vocabolario Merriam-Webster (il più antico vocabolario americano) con questa accezione.
In italiano, quando dobbiamo parlare di una persona che in inglese ha il neutro come pronome preferito, esistono varie strade: chiedere se ha un pronome preferito in italiano e, se sì  usare quello; se non ne ha uno, usare formule inclusive o un pronome concordato; se non si ha modo di contattare tale persona, usare formule inclusive. Facile, no?

Alcuni neopronomi inglesi

HE/SHE
zie
sie
e

HIM/HER
zim
sie
em

HIS/HER
zir
hir
eir

HIS/HERS
zis
hirs
eirs

HIMSELF/HERSELF
zieself
hirself
emself

Sitografia
https://www.glaad.org/transgender/allies

Oltre l’asterisco: cambiare la lingua per renderla più inclusiva

Gender Pronouns


https://lifehacker.com/how-to-use-gender-neutral-pronouns-1821239054

Gender Pronouns Information

 

agit-porn

Blessed Thing

Blessedthing è una giovane cantante e poetessa che da qualche anno ha fatto di Roma la sua casa. Studentessa di lingue, femminista intersezionale e strega, vede nell’educazione costante, diffusa, libera e gratuita la base per un futuro etico ed equo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *